Portfolio #04
- NOI Outdoor Project
- 16 mar
- Tempo di lettura: 1 min
Di Renato Ballatore

Ho scattato queste fotografie durante una gita di sci alpinismo a Punta Aquila
in val Sangone, e ho usato come macchina fotografica la Diana F+ della
Lomography.
Lo sci alpinismo è una attività sportiva che non offre certezze, per esempio
non si sa mai che tipo di neve si potrà trovare: leggera, pesante, crostosa,
ventata, dura, oppure un mix di queste in relazione alla quota, all'esposizione
del terreno, al vento e alla temperatura, e neppure si può essere certi delle
difficoltà: se la salita sarà facile oppure se per raggiungere la vetta sarà
necessaria fatica e attenzione. Anche la Diana non offre certezze, poiché si
tratta di una apparecchio a pellicola molto semplice: interamente in plastica,
ha un solo tempo di scatto prefissato, un tasto che permette di scegliere uno
dei tre diaframmi disponibili e una messa a fuoco piuttosto approssimativa. A
modo suo, nell'uso pratico, questa macchina sembra attuare alla lettera la
famosa locuzione di M. McLuhan secondo cui “il medium è il messaggio”,
poiché a causa dell'assemblaggio piuttosto approssimativo introduce
casualmente sulle immagini scattate effetti di sfocatura, sovra esposizione o
sotto esposizione, che ne costituiscono il timbro e lo stile.
Sia lo sci alpinismo che la Diana presentano quindi aspetti di incertezza che
determinano situazioni avventurose: sciare in libertà e scattare con la Diana
sono attività agli antitesi della tranquilla sicurezza offerta dal focolare
domestico e agli antitesi delle certezze fotografiche proposte dalla moderna
fotografia elettronica, più o meno artificialmente intelligente, perciò: viva
l'Avventura e viva la Diana.
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