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Ficurinie ruci ruci

  • Immagine del redattore: NOI Outdoor Project
    NOI Outdoor Project
  • 15 mar
  • Tempo di lettura: 1 min

Pic. Letizia Chianello
Pic. Letizia Chianello

Sui Monti Nebrodi in Sicilia, in un pezzo di terra chiamato Canalicchio,

ogni anno raccogliamo dei frutti di valore. Fichidindia, in Siciliano _ficurinia_,

frutti succosi che con voluttà esplodono di bellezza e dolcezza. Questi cactus,

piantati da mio nonno in una valle fatta di sole e ricordi, sono il simbolo di

un legame profondo con la terra. Non ho mai conosciuto mio nonno, ma grazie

a mia madre custodisco l’umiltà, la gentilezza, la sapienza e la passione

che lui metteva in ogni gesto, il suo amore per questa terra e per le persone

che lo circondavano.


Passare del tempo in questo luogo è come donare ai miei figli, Vittorio e Sibilla,

un bene antico e prezioso. Qui, nella natura, imparano ad amare le nostre radici,

a crescere nella sensibilità e nell’autenticità di un legame che nutre e arricchisce.


Anche quando dai monti scendiamo giù al mare, il nostro spirito rimane lo stesso:

ci inerpichiamo dai ciottoli sulla scogliera per raccogliere i fichidindia

selvatici, un rituale che unisce tutta la famiglia.

Con i bambini e il mio compagno spostiamo pietre per costruire

una piccola piscina, poi lasciamo i frutti nuotare nell’acqua per ammorbidirne

le spine. Infine, con il calore del tramonto assaporiamo il loro gusto

zuccherino, che si mescola al sapore del sale rimasto sulle dita.


E così, mentre viviamo il presente, insieme alla mia macchina fotografica

lo trasformo in memoria: uno scatto che resiste insieme a questa terra viva.

Fotografare questi istanti significa custodirne la storia, disegnando con energia

il futuro nel nostro pezzetto di Sicilia, abitandone la natura.



 
 
 

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